La ricerca di Giovan Battista Fidanza, pubblicata nel volume 69 dei Memoirs of the American Academy in Rome (2024), è un affascinante viaggio nella Roma barocca attraverso la figura di Carlo Maratti (1625–1713), uno dei pittori più celebrati del XVII secolo, e il suo ruolo di pittore di corte per il cardinale Antonio Barberini (1608–1671). Utilizzando un’ampia mole di documenti inediti provenienti dagli Archivi Barberini della Biblioteca Apostolica Vaticana, Fidanza ricostruisce in dettaglio le attività di Maratti durante il decennio in cui prestò servizio presso Barberini, gettando luce su aspetti inediti del rapporto tra arte, politica e società nell’epoca barocca.

Carlo Maratti, già affermato nel panorama artistico romano e internazionale, entrò al servizio di Barberini nel 1661, poco dopo la morte del suo maestro Andrea Sacchi. Il suo incarico non si limitava alla produzione di dipinti; Maratti era responsabile anche della supervisione di progetti decorativi, restauri e della gestione di lavori commissionati ad altri artisti. Questo ruolo lo colloca al centro delle dinamiche di una delle famiglie più influenti di Roma, evidenziando il valore simbolico e strategico dell’arte nella costruzione del prestigio politico ed ecclesiastico.

Tra le opere più significative di Maratti per Barberini spiccano il ciclo degli Apostoli, commissionato per completare un progetto iniziato da Sacchi, e il quadrante di un orologio notturno silenzioso, realizzato in collaborazione con l’orologiaio Giuseppe Campani. Questo orologio, donato a Luigi XIV, rappresenta un esempio lampante di come l’arte potesse fungere da strumento di diplomazia culturale. Bernini stesso lodò il quadrante dipinto da Maratti, sottolineando la qualità e l’originalità del lavoro.

Lo studio di Fidanza rivela come le opere commissionate a Maratti avessero spesso una doppia valenza: da un lato, rispondevano al gusto estetico e alla devozione personale del cardinale; dall’altro, servivano a consolidare relazioni politiche e a rafforzare l’immagine pubblica della famiglia Barberini. Un esempio emblematico è il dipinto raffigurante SantAndrea con la croce, donato al conte de Brienne per ottenere il vescovato di Reims. Quest’opera, insieme ad altre commissioni documentate, dimostra la capacità di Maratti di adattarsi alle esigenze del mecenate, pur mantenendo una qualità artistica elevata.

L’analisi di Fidanza illumina anche il contesto più ampio della Roma barocca, evidenziando come il sistema delle famiglie cardinalizie fungesse da incubatore per la produzione artistica. Maratti, membro di accademie prestigiose come l’Accademia di San Luca, rappresentava l’incarnazione dell’artista barocco ideale: un maestro capace di coniugare abilità tecnica, sensibilità estetica e intuizione politica.

La ricerca di Fidanza non si limita a una mera ricostruzione storica; essa invita a riflettere sul ruolo dell’arte come strumento di influenza sociale e politica. L’abilità di Maratti di muoversi con successo tra esigenze artistiche, diplomatiche e personali lo consacra come una figura chiave del barocco romano. Questo studio non solo arricchisce la conoscenza del rapporto tra artisti e committenti nel XVII secolo, ma celebra anche l’arte come veicolo di potere e trasformazione culturale.

Roberta Iacono

Leave a Comment:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *